LA NASCITA DI LISBONA: la leggenda di Ulisse e la regina di Ofiusa

Fra le tante leggende sulla città di Lisbona, ce n’è una molto affascinante che lega la nascita della capitale Portoghese alla figura di Ulisse, condottiero appartenente alla mitologia greca. Nel Famoso poema epico l’“Odissea”, Omero ci racconta le avventure di Ulisse, condottiero greco che si unì ai re Agamennone e Menelao nella grande guerra contro la città di Troia, durata 10 anni. Ulisse però impiegò lo stesso tempo a tornare nella sua patria Itaca, dove ad aspettarlo c’era la bellissima e devota moglie Penelope, poiché dovette affrontare un numero inenarrabile di disavventure durante il faticoso viaggio di ritorno. È proprio durante una di queste “disavventure” che la leggenda colloca la fondazione di Lisbona.

Si racconta che arrivato nel luogo dove oggi sorge Lisbona, entusiasmato dalle sue bellezze naturali, Ulisse decise di costruirvi quella che secondo i suoi intenti sarebbe dovuta diventare « la città più bella dell’Universo ». Egli però non sapeva di essere giunto nel regno di Ofiusa ,che significa Terra dei Serpenti, governato da una dispostica regina dotata di un bellissimo corpo di donna con una coda di rettile. Il condottiero greco non si fece però spaventare dai velenosi rettili sotto il controllo della regina di Ofiusa, ed ingegnò un piano per poter sfruttare al meglio la situazione. Col suo fascino Ulisse riuscì a far innamorare tanto perdutamente la regina, che fu lei stessa a regalargli il proprio regno. L’eroe finse così di contraccambiare il suo amore e accettò l’invito a restare in quelle splendide terre. Ma Ulisse, che come è noto era dotato di un fine ingegno, sfruttò questo periodo sereno per architettare la fuga. Un bel giorno Ulisse mandò un suo fedele compagno a passeggiare con la regina mentre lui si precipitava al porto, scappando via da Ofiusa con la nave rifornita di provviste fresche. Una volta scoperto l’inganno, il dolore attanagliò il cuore della regina. La sua lunga coda non gli permetteva di muoversi con grande velocità, ma non le impedì di strisciare furiosamente fino al fiume lasciandosi dietro, come prova dell’enorme sforzo, le 7 colline che oggi formano Lisbona. Arrivata al fiume continuò ancora un pò di tempo nuotando in direzione del mare, ma Ulisse era ormai già lontano. La donna-serpente finì per arrendersi, senza forze per proseguire. Lo sfinimento e lo strazio la portarono alla morte. Ancora oggi i 7 colli di Lisbona protendono verso il Tago, come alla ricerca di un amore perduto. E anche l’antico nome della città, Olissippo, deriverebbe dal nome dell’astuto eroe greco, che tramutò una città di veleno e di sangue in uno dei più bei luoghi del mondo.

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